domenica, dicembre 22Istituto Giorgio Vasari Magazine

No al bullismo: una sfida da vincere!

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Per bullismo s’intendono  tutte quelle azioni di sopruso messe in atto da parte da di un adolescente definito “bullo” nei confronti di un altro adolescente, chiamato vittima.

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Dobbiamo quindi dire NO agli atti di bullismo, dobbiamo avere il coraggio di denunciare le persone che ci fanno del male, in modo che ognuno di noi possa vivere una vita normale

 

Elena Righi  3°A Prodotti Dolciari

 

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Il bullismo è un comportamento violento  nei confronti di  persone più deboli ,non è solo fisico, ma anche psicologico,  sono comportamenti negativi, attraverso atti fisici, verbali o addirittura tali azioni succedono tramite internet, si parla allora di cyber bullismo che si attua ,inoltrando foto o video imbarazzanti  che condizionano il giudizio su una persona. Questo fenomeno  si verifica soprattutto tra adolescenti, persiste nel tempo e spesso le vittime non denunciano questo fatto ai propri genitori e alle autorità, si chiudono in se stessi e non riescono a difendersi. Non è uno scherzo, ma una brutta azione come quelle che  si vedono nei video che spesso girano in rete, dove gruppi di ragazzini picchiano un loro coetaneo indifeso. Come quello girato in una classe un po’ di tempo fa ,dove un ragazzo down veniva prima insultato e poi picchiato dai suoi compagni . Bisogna urlare NO a questi episodi di bullismo. Non serve a niente la violenza, per evitare tutto ciò occorre  cercare aiuto, parlare con gli adulti , senza pensare di fare la spia

Beatrice Cilibrizzi e Virginia Somigli – Classe 3 A Prodotti Dolciari

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Il bullismo è un comportamento di superiorità verso chi è più fragile di te, spesso viene messo in atto da bambini e ragazzi ma in alcuni casi anche da adulti verso i loro coetanei.

Questo comportamento si manifesta con modi di fare offensivi, intimidatori e violenti da parte di un soggetto “forte” nei confronti di uno più debole. Se ne registrano diversi casi ogni anno “denunciati”, figuriamoci quante persone non trovano il coraggio e rimangono in silenzio per paura.

In Italia durante un’inchiesta nel 2010 emerge che il 75% degli alunni intervistati dichiari che è giusto cercare aiuto in un adulto o in un professore ma ammette anche il 53% che si farebbe giustizia da solo. I rimanenti considerano che chi si rivolge ad altre persone in cerca di aiuto siano dei “fifoni” o “spioni”.

Da uno studio emerge che gli stranieri subiscono più frequentemente violenza fisica rispetto agli italiani, quindi a questo va affiancato anche il fattore razzismo.

La difficoltà però di controllare e capire le proprie emozioni e riconoscere quelle degli altri, la difficoltà di esprimere con le parole ciò che si prova, porta alla prepotenza e questi sono aspetti del bullo, ma  anche la vittima poi si chiude in se stessa, ha difficoltà a relazionarsi ed a esternare ciò che prova è importante quindi imparare a comunicare in modo diverso.

Viola Ballantini

3 A Prodotti Dolciari

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