Negli ultimi anni si è molto sentito parlare di cambiamenti climatici e di come questi possono essere un grave problema per l’umanità e per il nostro pianeta. Questi cambiamenti, infatti, sono arrivati ad uno stadio avanzato, ma per fortuna si può rimediare: le loro origini si possono ricondurre all’attività umana e, proprio per questo, l’uomo può ancora intervenire per limitarne gli impatti più disastrosi.
Il problema principale riguardante il cambiamento climatico in atto è il riscaldamento globale: esso, come si può intuire dal nome, è l’aumento della temperatura media del pianeta, che sta raggiungendo livelli critici. Nel grafico che registra le temperature medie sulla Terra ed il loro andamento negli anni, possiamo vedere come, negli ultimi decenni, esse siano in costante aumento, e come, negli ultimi anni, abbiano aumentato il loro tasso di crescita; in parole povere, negli ultimi anni le temperature stanno aumentando più velocemente rispetto al passato, anche quello non molto remoto. Ed, anche se alcune persone ignoranti in materia potrebbero non preoccuparsi davanti ai “soli” pochi gradi centigradi di aumento, in realtà essi sono tantissimi e stanno causando, e causeranno ancora, per molto tempo se non facciamo qualcosa, molti problemi seri. Il primo tra questi è lo scioglimento dei ghiacci ai poli e sui ghiacciai di montagna: esso sta provocando un cambiamento radicale negli ambienti polari e montani, un cambiamento che sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza di alcune specie animali e potrebbe essere tangibile anche all’uomo in tempi relativamente brevi. Già alcune tragedie si sono consumate a causa dello scioglimento dei ghiacci: basti pensare alla slavina che l’inverno scorso ha travolto l’hotel di Rigo Piano, causando la morte di molte persone. Essa non si sarebbe mai staccata dalla montagna se la temperatura media del pianeta fosse stata ad un livello più accettabile. Inoltre, pensando al futuro, alcune città costiere potrebbero venir sommerse dal mare, poiché lo scioglimento dei ghiacci provoca inevitabilmente l’innalzamento del livello del mare. È una cosa che non accadrà molto presto, però alcuni piccoli problemi li sta già causando.
Tutti questi problemi sono ben noti all’umanità da ormai molti anni: infatti, l’UNESCO, nella Conferenza Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura riunitasi a Parigi dal 21 ottobre al 12 novembre 1997 nella sua 29esima sessione, ha preso importanti decisioni riguardanti il tema del cambiamento climatico, soprattutto in vista delle future generazioni che dovranno abitare in questo mondo. Citando testualmente la Dichiarazione sulle responsabilità delle generazioni presenti verso le generazioni future, l’UNESCO scrive: “Affinché le generazioni future possano beneficiare della ricchezza offerta dagli ecosistemi della Terra, le generazioni presenti dovrebbero agire per uno sviluppo durevole e preservare le condizioni della vita ed in particolare la qualità e l’integrità dell’ambiente”. Seguendo questa dichiarazione, molti Paesi nel mondo si stanno muovendo a favore di uno stile di vita più sostenibile per l’ambiente per combattere il cambiamento climatico che lo sta rovinando.
Ma, cos’è che stanno facendo le istituzioni, le aziende, gli Stati, per risolvere questo grande problema? E, cosa possiamo fare noi, come individui, nel nostro piccolo? Innanzitutto, serve un cambiamento radicale nei sistemi energetici che utilizziamo, nelle nostre abitudini di consumo e nei modi di produrre. In altre parole, serve un nuovo modello di sviluppo verso un’economia sostenibile per l’ambiente. Un piccolo passo è già stato compiuto, grazie all’invenzione ed alla modernizzazione di nuove macchine in grado di sfruttare al meglio le fonti di energia rinnovabili, come quella solare o quella del vento; grazie a nuovi motori per le automobili che riducono le emissioni di gas serra e gas nocivi per l’ambiente; o che addirittura sfruttano fonti di energia rinnovabili e sostenibili; grazie a nuovi metodi di produzione che riducono i rifiuti e gli scarti prodotti, a favore dell’ambiente. Tutto questo è ancora da perfezionare, ma sicuramente è un buon inizio. Serve anche una collaborazione internazionale fra i vari Stati, mirata all’approvazione di politiche chiare e lungimiranti per la tutela del clima e dell’ambiente. Servono una nuova strategia ed un nuovo sforzo economico nella ricerca, per individuare nuove tecnologie che, da un lato ci possano permettere di produrre energia a basso costo e senza impatti sul clima e sull’ambiente, dall’altro migliorino la nostra capacità di conservare l’energia prodotta ed, infine, ci aiutino a rimuovere dall’atmosfera i gas serra che abbiamo immesso in questi ultimi decenni. Noi, nel nostro piccolo, dobbiamo intraprendere scelte coerenti nei consumi, nelle modalità di spostamento, nelle risorse utilizzate, improntate sempre a sostenere l’ambiente. Così come dovrebbero fare gli Stati, le aziende e le istituzioni.
In conclusione, il problema del cambiamento climatico è un problema gravissimo, che affligge noi oggi e affliggerà le popolazioni future se non ci impegniamo a combatterlo. Fortunatamente l’umanità è ancora in tempo per risolverlo, ma ogni individuo, comunità, istituzioni, Nazione, si deve impegnare al massimo per mantenere uno stile di vita e delle abitudini sostenibili per l’ambiente.
Dario Romoli III BLA
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