LA FABBRICA DELLE DOLCI TRADIZIONI
Durante il nostro viaggio attraverso le regioni colpite dal terremoto del 2016 (Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio) abbiamo incontrato per strada gli abitanti di questi luoghi e ad uno di loro, un cittadino di Montemonaco (in provincia di Ascoli Piceno), un giornalista ha fatto delle domande.
GIORNALISTA: Quali dolci, torte o altre prelibatezze ci consigliate di portare a casa?
CITTADINO: Sono i profumi che si sentono mentre si passeggia tra le vie a convincere le persone ad entrare nei negozi per comprare qualche cosa.
GIORNALISTA: In effetti si sente odore di pane appena sfornato.
CITTADINO: Viene dal forno che qui sulle montagne di Montemonaco è diventato “leggenda”.
GIORNALISTA: Ho sentito parlare delle “sise delle monache”. Ma di cosa si tratta esattamente?
CITTADINO: E’ un dolce di pan di spagna e crema tramandato tra le generazioni di pasticceri.
GIORNALISTA: Ma perché viene chiamato così?
CITTADINO: C’è chi dice che ricorda l’abitudine delle suore di clausura di mettersi una fascia sul seno; e c’ è, invece, chi pensa che questo nome indica la forma delle cime dei monti.
GIORNALISTA: Conoscete qualche altra pasticceria famosa nelle vicinanze?
CITTADINO: Certo! C’è la pasticceria dietro l’angolo, che starà sfornando i ravioli dolci con ripieno di ricotta e castagne.
GIORNALISTA: E’ vero! Si sente il profumo!
È proprio quando si passa la soglia della bottega- laboratorio, ecco che i profumi, la fantasia, la passione e la tradizione fanno il miracolo. Le macerie delle case distrutte dal terremoto rimangono alle nostre spalle e si entra in un mondo magico.
VIRGINIA OTTANELLI, 3B SV