domenica, dicembre 22Istituto Giorgio Vasari Magazine

Essere o avere?

Continuano le riflessioni degli alunni e delle alunne del Vasari, qui di seguito brevi e intensi spunti di riflessione degli alunni della  3 AAT, i quali si confrontano con uno dei passi tratti dallo Zibaldone di Giacomo Leopardi in merito a quell’atteggiamento umano che risponde al solo principio di conservazione di se stessi, talvolta così tenace da far dire al poeta che: “L’egoismo è sempre stato la peste della società”.

I testi selezionati sono il prodotto di una riflessione condivisa da alcune studentesse e studenti, proposta e moderata dalla docente di lingua e letteratura italiana Marianna Fusco.

 

 

 

La visione più “pessimista” è quella di Margherita Banti, che così si esprime:

L’intera società poggia sull’egoismo, comune a tutti gli uomini. Molti sono inclini a raggiungere unicamente i propri vantaggi tanto da limitare ed escludere il resto degli uomini. Diventa importante pensare solo al proprio ego e a come alimentarlo, rifiutando l’esistenza dell’altro. Si mira al proprio successo e si gode davanti ai fallimenti altrui. Probabilmente una certa dose di egoismo si cela in ogni individuo e sempre meno si conosce il significato del termine riconoscenza. L’egoismo è umanità, l’umanità non cambia”.

 

Anche Alice Prosperi considera l’egoismo il peggior difetto dell’uomo:

Egli pensa unicamente ai propri vantaggi e rare volte è disposto al sacrificio. Troppo spesso egli vede nell’altro un rivale e mira solo ad accrescere il proprio io. Sarebbe bello che coloro che occupano tutto il tempo per sé, prima o poi, si rendessero conto dell’errore e spostassero le proprie attenzioni anche sugli altri, senza pretendere di dover essere necessariamente ricambiati”.

 

Matilde Prosperi condivide il pensiero di sua sorella, e reputa estremamente calzante la metafora
leopardiana dell’egoismo come peste della società. Aggiunge che:

L’amor proprio non deve raggiungere punte estreme, trasformandosi dunque in egoismo. Sarebbe auspicabile un giusto mezzo: trovare pace con se stessi e nella società, ricercando quell’equilibrio ideale tra il puro egoismo e un altruismo smisurato. Quest’ultimo, infatti, portato all’eccesso può diventare quasi patologico e può trasformarsi nella tendenza a fare qualsiasi cosa, anche spiacevole, pur di ottenere consensi”.

 

Come la sua compagna Matilde, anche Bernardo Bonechi si sofferma sul concetto di amor proprio
che, se non ben indirizzato, diventa “malato”.

L’uomo non può far ruotare l’intera propria esistenza unicamente sui vantaggi personali che da essa possono scaturire. Troppo spesso passa l’idea che il forte vince e il debole è dannoso o pazzo. L’umanità non può permettersi un simile pensiero. È essenziale, mai come in questi giorni di pandemia, comprendere il senso del sacrificio.
L’amore e l’amicizia sono le colonne portanti della vita e i valori che aprono al futuro. Solo credendo fortemente in ciò saremo degni di essere chiamati eroi”.

 

Chiama in causa la situazione mondiale attuale anche Irene Generini.

L’egoismo è un punto nero della società, nella quale troppo di frequente chi fa del bene poi si ritrova ai margini. La paura dell’altro, del diverso, rende egoisti e non predispone all’aiuto. Le parole di Leopardi portano inevitabilmente a riflettere sulla situazione mondiale che si sta vivendo a causa del Coronavirus.
Ognuno dovrebbe fare la propria parte nel rispetto di sé, delle leggi e degli altri, lasciando da parte i propri desideri e le cose superflue. È il tempo ideale per riscoprire la solidarietà e l’amore in tutte le sue sfaccettature, consapevoli che l’egoismo non arreca nulla di positivo, anzi allontana gli uomini tra loro, rendendoli sterili di sentimenti e incapaci di godere delle bellezze della vita”.

 

Testi a cura degli studenti:  Margherita Banti, Alice Prosperi, Matilde Prosperi, Bernardo Bonechi, Irene Generini.

 

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